Luigi, il napoletano.- di Pino Ippolito Armino

Luigi, il napoletano.- di Pino Ippolito Armino

“Che faccia tosta Luigi De Magistris! Non lo vogliono a Napoli e se ne viene in Calabria”. De Magistris è stato eletto per la prima volta sindaco di Napoli nel 2011. Al primo turno aveva avuto 128.303 preferenze e al ballottaggio ha superato l’avversario di centro-destra, Giovanni Lettieri, con il 65,38% dei suffragi. Si è ricandidato a sindaco nel 2016 e ha preso al primo turno oltre quarantamila voti in più della tornata elettorale precedente (172.710).

Ha poi nuovamente battuto Lettieri al ballottaggio ma con un margine superiore di quello del 2011 (66,85%). Non pare, dunque, che sia così sgradito ai napoletani e che, almeno, il primo mandato non sia stato apprezzato. Certo, non sappiamo cosa pensano i napoletani del secondo mandato ma, come è noto, la legge elettorale non consente la candidatura a sindaco per più di due volte consecutive.

“Che faccia tosta Luigi De Magistris! Non ha saputo affrontare la questione rifiuti a Napoli e viene qui in Calabria dove affoghiamo nella spazzatura”. La città metropolitana di Napoli ha una densità di 2.560 ab/Kmq, la più alta in Italia e una delle più alte al mondo; Reggio Calabria ha una densità per abitante (164 ab/Kmq) che è un quindicesimo di quella napoletana. È del tutto evidente che la complessità del problema rifiuti è direttamente e positivamente correlata alla densità abitativa; nondimeno Napoli appare oggi assai più pulita che Reggio, la città più sporca della Calabria. Non è solo un’apparenza.

Napoli produce circa un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti l’anno e ne differenzia il 47,05%; Reggio produce poco più che duecentomila tonnellate differenziandone il 36,34%, 10 punti in meno di Napoli (Ispra – Catasto nazionale rifiuti).

In vero la contestazione più ricorrente che viene fatta a De Magistris è di non essere calabrese, di essere napoletano. Sembra farlo, e spiace davvero, anche Jasmine Cristallo, leader delle Sardine calabresi, in una recente intervista a un quotidiano (Domani, 23 agosto 2021) quando dice “Voglio vedere se si trasferirà, se vivrà in Calabria, ma lo escludo. La mia terra è stata consegnata”.

Consegnata a un napoletano. Un argomento curioso soprattutto se a muoverlo è chi da sempre si batte contro ogni pregiudizio e sa bene che le identità tanto più sono locali, soltanto locali, tanto più sono asfittiche. La storia della Repubblica è ricca di donne e di uomini che sono stati candidati dai partiti a rappresentare in parlamento regioni diverse dalla loro provenienza. Non risulta che abbiano sempre demeritato e soprattutto se lo hanno fatto non era perché venivano da una regione diversa da quella nella quale sono risultati eletti.

Credo sia più importante sapere che Napoli è stata la prima città italiana a rispettare, con la ri-pubblicizzazione del servizio idrico, la volontà espressa da 27 milioni di elettori italiani con il referendum del giugno 2011. Ancora più importante credo non dimenticare che il sindaco De Magistris è stato, come ricorda Piero Bevilacqua (Il Quotidiano del Sud, 24 agosto 2021), l’unica figura istituzionale meridionale di rilievo che si è apertamente schierata contro l’autonomia differenziata – richiesta da Veneto e Lombardia e sostenuta dall’Emilia Romagna presieduta dal democratico Stefano Bonaccini – che, come dovremmo ormai sapere, se attuata sarebbe una catastrofe per l’intero Mezzogiorno.

Ma De Magistris, piaccia o meno, ha un’ambizione assai più grande del governo della Calabria. Questo non sarebbe che il primo tassello di un disegno che, nelle sue intenzioni, dovrebbe coinvolgere l’intero Mezzogiorno per riscattarlo dalle miserie e dall’arretratezza dell’oggi e per riconsegnarlo all’Italia e all’Europa nel posto che gli spetta per la sua antichissima storia di civiltà. Che importa se è un napoletano a provare a farlo?

da “il Quotidiano del Sud” del 4 settembre 2021

Follow me!

Comments are closed.