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Cetraro, come non tornare indietro al 1980.-di Filippo Veltri

Cetraro, come non tornare indietro al 1980.-di Filippo Veltri

Il Quotidiano del Sud – come è giusto e doveroso che sia – sta dedicando da più giorni servizi, interviste e grande attenzione a Cetraro, che è un paese simbolo di tante cose, di mafia e antimafia, di coraggio e viltà, simbolo insomma davvero della Calabria tutta.

Siamo lontani a Cetraro dai centri ritenuti (a torto) canonici della presenza mafiosa tradizionale, dislocati come è noto dal senso comune (ma non dalla storia e dalla cronaca) in altre province della Calabria. Eppure qui di mafia si deve parlare e la mente corre, dunque, al giugno di tanti anni fa, proprio come in questi stessi giorni caldi e torridi da tutti i punti di vista: cioè a quel maledetto giugno del 1980 quando venne assassinato – giusto il 21 giugno come oggi di 45 anni fa – sulla statale 18 tirrenica Giannino Losardo.

Era il culmine di un assalto senza precedenti alla democrazia in tutta la zona del Tirreno cosentino, da Praia a Mare verso sud, con epicentro Cetraro.

Il dubbio che inizia ora a serpeggiare prepotente in seno alla popolazione del paese (fuori dai confini della città dubbi, in verità, ce ne sono pochi) è che Cetraro potrebbe essere al centro di una nuova escalation criminale che ha riportato indietro le lancette del tempo agli anni ’80 quando si sparava e si uccideva. Ai tempi appunto di Losardo. Esattamente come avvenuto con Pino Corallo qualche giorno fa assassinato sempre su quella statale 18 e sull’omicidio del resto la Dda di Catanzaro ha preso in mano il fascicolo. Quindi di mafia parliamo…

Il sindaco Giuseppe Aieta si è insediato da una quindicina di giorni ed ha dovuto fronteggiare subito due emergenze: il caso del meccanico freddato all’esterno di un’officina e quello dell’incendio ai mezzi della ditta che provvede all’igiene pubblica. Insomma Cetraro si è svegliata negli anni ’80, con 45 anni alle spalle di lotte e silenzi, di scatti e di pavidità, di omertà e di coraggio. Perché questa è Cetraro.

Dal 2022 le forze dell’ordine hanno registrato due delitti a colpi d’arma da fuoco e la scomparsa nel nulla di un imprenditore. Se nello stesso elenco andrà inserito anche l’incendio ai camion di Ecologia Oggi lo diranno gli inquirenti, di sicuro è che andrebbero considerati anche gli spari contro il muro del centro di accoglienza per migranti, o quando furono rubate 25 telecamere di videosorveglianza.

«Credo che Cetraro – ha detto Aieta – viva una condizione di ordine pubblico che non è più solo di interesse provinciale ma nazionale. Pur avendo fiducia estrema nelle istituzioni e negli inquirenti, ma questa città aveva raccolto un minimo di speranza che ha disperso, però, in pochi giorni».

Ecologia oggi ha evidenziato come non intenda farsi intimidire «da menti vigliacche e violente e proseguiremo con ancora più forza e determinazione nel nostro lavoro a servizio di una comunità che ci ha sempre dimostrato grande senso civico e disponibilità. Riteniamo inaccettabile qualsiasi comportamento che minacci la sicurezza e il benessere di questa splendida cittadina».

Negli ultimi tempi Cetraro ha, insomma, assistito a un preoccupante incremento di atti criminali, tra cui omicidi, intimidazioni e agguati. Questi episodi hanno scosso profondamente la comunità locale, creando un clima di paura e sfiducia nelle istituzioni. Questi episodi, insieme ad altri atti intimidatori come l‘esplosione di colpi di arma da fuoco contro il Cas Parco degli Aranci, indicano una crescente infiltrazione della criminalità organizzata nel territorio di Cetraro. Le modalità degli attacchi, spesso eseguiti in pieno giorno e in luoghi pubblici, suggeriscono un chiaro intento di intimidire la comunità e le istituzioni locali.

Cosa fare è presto detto: lo Stato deve intervenire con fermezza così come fece dopo il delitto Losardo. Poi si è pero acquietato tutto e Gaetano Bencivinni, coordinatore di numerose associazioni che si stanno battendo moltissimo da decenni per la rinascita civile e legale di Cetraro, è chiaro: ‘’Cetraro rappresenta una sorta di anello di congiunzione tra i traffici che partono da Gioia Tauro, Reggio Calabria e poi vanno verso il nord e ci sono dei collegamenti da approfondire tra le penetrazioni ‘ndranghetiste e le penetrazioni camorriste.

La situazione è complessa. Ma Cetraro più che un paese di mafia è un paese che lotta contro la mafia’’. E che non può tornare indietro al 1980: sarebbe una sconfitta per tutti.

da “il Quotidiano del Sud” del 21 giugno 2025
foto:Immagini del Novecento. Dall’archivio fotografico del Pci. Manifestazione per l’assassinio di Giannino Losardo.