Un commissario unico per la sanità calabrese.-di Battista Sangineto Nominare un Commissario Straordinario unico per la Sanità e chiudere tutto al più presto

Un commissario unico per la sanità calabrese.-di Battista Sangineto Nominare un Commissario Straordinario unico per la Sanità e chiudere tutto al più presto

Le misure riguardanti l’epidemia – quelle contenute nell’ultimo Dpcm, ma anche quelle preannunciate in queste ore- sono del tutto insufficienti, soprattutto per le regioni meridionali ed, in particolar modo, per la Calabria. Il 3 maggio scorso avevo scritto, su questo giornale, che in Calabria ci si sarebbe dovuti occupare, a partire almeno da quel momento, delle disastrose condizioni in cui versa la sanità, predisponendo piani sanitari, implementando le scarsissime dotazioni, strutturali e di personale sanitario, dei nostri ospedali e della medicina del territorio per affrontare, con meno terrore, il lungo periodo nel quale avremmo dovuto convivere con il virus.

Alcuni mesi fa temevo che, senza aver incrementato le dotazioni sanitarie e la quantità di medici ed infermieri, l’ampiamente prevista seconda ondata di Covid 19 avrebbe provocato, al Sud, un’ecatombe.

Questi timori sembra che, purtroppo, fossero fondati perché le regioni meridionali sono state investite in pieno da questa seconda ondata e la Calabria, che è fra le regioni con lo scenario 4, è la quarta fra quelle con l’indice Rt più alto, all’1,84, dopo Molise (2,1), Lombardia (2,01) e Piemonte (1,99).

Al contrario di quanto si era auspicato, abbiamo appreso dall’ultima ricerca effettuata dal Sole 24ore –non si avevano notizie ufficiali da parte della Regione- che in Calabria sono state approntate solo 6 terapie intensive in più per un totale di 152, invece delle 300 programmate. In Calabria, dunque, ce n’è una ogni 13.000 abitanti mentre la media nazionale attuale è di una ogni 6.000 abitanti.

Il dato ufficiale riguardante le Usca, “Unità speciali di continuità aziendale”, è che ne risultano in attività solo 14 sulle 35 necessarie. Le Usca dovrebbero rappresentare la risposta della sanità pubblica all’emergenza del Coronavirus sul territorio, per evitare il sovraffollamento delle terapie intensive e in Calabria, dove le terapie intensive sono molto poche, ne mancano 21, cioè il 60%. E molti dubbi e rimpalli di responsabilità tra Commissari e Regione ci sono sull’impiego dei 45 milioni di euro arrivati alla Calabria per la sanità, con i decreti legge 14 e 18 del 9 e 17 marzo 2020.

A Cosenza, per esempio, c’è una sola Usca in funzione, il reparto Covid 19 è già saturo e si stanno ancora approntando alla bisogna altri presidi ospedalieri nella provincia, visto che, finora, non lo si era fatto. Nessuna delle cose che si chiedevano da mesi è stata realizzata in Calabria e ora -con più di 200 contagi al giorno, più di 160 ricoverati di cui almeno 10 in terapia intensiva- noi calabresi non possiamo fare altro che chiedere che si chiuda tutto per due o tre settimane, altrimenti sarà una tragedia non solo sanitaria, ma anche economica perché se si ritarda ancora potrebbe essere necessario, dopo, chiudere per alcuni mesi, come è già accaduto in primavera.

Allo stesso tempo bisogna garantire, come scrive Tonino Perna, a tutte le categorie colpite un reddito di base che, per evitare di far crescere ancora il debito pubblico, si potrebbe far pagare a chi ha continuato a guadagnare da questa situazione: il mondo della finanza, le aziende e le multinazionali come Amazon, Microsoft, Facebook, Big Pharma et cetera.

Mesi di sacrifici, per molti di noi strazianti, sono stati vanificati da un’estate da irresponsabili che il Governo nazionale e quelli locali non sono riusciti, in nessun modo, a gestire. Non voglio maramaldeggiare sulla inopportunità degli inviti fatti, nel corso dell’estate, a venire ad ingrassare qui in Calabria o sulle spese sostenute per spot pubblicitari enormemente costosi e, perlomeno, improbabili invece che per la Sanità pubblica, ma solo rilevare che l’incapacità dei Commissari alla Sanità insieme a quella della Regione hanno prodotto la drammatica situazione nella quale ora ci troviamo.

Se non vogliamo centinaia o migliaia di morti in Calabria, il ministro Speranza deve nominare un Commissario Straordinario unico per la Sanità e si deve, purtroppo, chiudere tutto al più presto, per poter riprendere con un po’ più di tranquillità, prima di Natale.

da “il Quotidiano del Sud”, de 2 novembre 2020
Foto di Alina Kuptsova da Pixabay

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