Il premio a Iannelli, una vita in difesa dei beni culturali.-di Battista Sangineto Un'archeologa al servizio dello Stato.

Il premio a Iannelli, una vita in difesa dei beni culturali.-di Battista Sangineto Un'archeologa al servizio dello Stato.

Pochi giorni fa Maria Teresa (Silvana) Iannelli, già funzionario della Soprintendenza Archeologica della Calabria, è stata insignita del prestigioso “Premio Nazionale Umberto Zanotti Bianco”, giunto alla XXII edizione, con la motivazione: “per la sua attività di espropri, controllo capillare delle attività di scavo, apposizione di vincoli, realizzazione di nuovi parchi archeologici a Rosarno e a Vibo Valentia e per la direzione di vari musei del territorio, tutti presidi di legalità in un territorio esposto ad infiltrazioni della criminalità organizzata”.

Proprio riguardo alle infiltrazioni della ‘ndrangheta, mi preme ricordare il giudizio che, nel dicembre 2021, il maggiore Francesco Manzone, già in servizio al Ros di Catanzaro, dà -come riportano le cronache del dibattimento giudiziario del processo Rinascita Scott- di Silvana Iannelli, sul suo operato come funzionario archeologo della Soprintendenza: “…è stato un osso duro, che faceva il suo lavoro e che rappresentava un problema per lui (l’indagato Giovanni Giamborino, presunto ‘factotum’ del presunto superboss Luigi Mancuso, ndr.) apparentemente insormontabile per la costruzione di un immobile a Vibo Valentia…Per superare il vincolo archeologico – spiega l’ufficiale dell’Arma – Giamborino coprì la strada romana, vincolata, facendola scomparire sotto una gettata di cemento…”.

Il Premio nazionale di “Italia Nostra” intitolato a “Umberto Zanotti Bianco” fu istituito nel 1964 per onorare la memoria e l’attività del fondatore e primo presidente dell’Associazione. Negli anni ha inteso di segnalare all’attenzione pubblica l’operato di personalità distintesi nel campo della difesa del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale. Vale la pena ricordare che Umberto Zanotti Bianco, non ancora ventenne, accorse tra i primi in Calabria per portare soccorso alle vittime del catastrofico sisma abbattutosi il 28 dicembre 1908 sulle due città dello Stretto di Messina. A seguito di quella immane tragedia si diede a un lavoro di inchiesta e denunzia dei mali endemici del Sud (indigenza, disoccupazione, criminalità, analfabetismo, emigrazione) che la calamità aveva riportato al centro del dibattito nazionale. Si dedicò alla fondazione di asili, scuole, biblioteche, cooperative et cetera.

Promosse nel 1921 la società Magna Grecia che, sotto la presidenza dell’archeologo trentino Paolo Orsi sino al 1935, poi sotto la sua, condusse molti scavi fra i quali quello di Sibari. Fu anche presidente dell’associazione “Italia nostra”, per la tutela del patrimonio artistico e naturale, nonché fu il principale promotore dell’Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia (Animi). Tra gli scritti meridionalistici di Zanotti Bianco si ricordano “Il martirio della scuola in Calabria”(1925); “Inchiesta sulla Basilicata”(1926); “Tra la perduta gente”(1959). Diresse la rivista di studi storici e archeologici l’”Archivio storico per la Calabria e la Lucania”, fondato da Paolo Orsi nel 1931.

Silvana Iannelli, calabrese di Locri, è autrice di una vasta e ricca bibliografia scientifica riguardante scavi da lei diretti a Vibo Valentia, Pizzo e Monasterace. Autrice di ricognizioni topografiche di paesaggi antichi come l’agro di Hipponion-Vibo Valentia e quello della Locride, è stata anche fondatrice e curatrice di Musei archeologici come, fra gli altri, quelli di Vibo Valentia e di Monasterace. Si citano, insieme a decine di articoli in volumi e riviste archeologiche, i volumi: “Hipponion-Vibo Valentia: documentazione archeologica e organizzazione del territorio” (1989); “Kaulonia I” (1989); “I volti della città. Hipponion, Monsleonis, Vibo Valentia” (2014); “Eroi, Miti e Cunti della Calabria greca” (2022).

Ho l’onore di lavorare con Silvana da quasi quarant’anni e conosco la sua determinazione e la sua fedeltà allo Stato ed ai principi costituzionali contenuti nell’articolo 9 (“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”), nell’articolo 54 (“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”) e nell’articolo 98 (“I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione”).
Ecco, Silvana, è stata, ora è a riposo, un pubblico impiegato, all’esclusivo servizio della Repubblica, che ha adempiuto alle sue funzioni pubbliche di tutelare il Patrimonio storico e artistico del nostro Paese con disciplina e onore.
Né più, né meno.
Sono davvero molto orgoglioso di essere un suo collega, ma, ancor di più, di essere suo amico.

da “il Quotidiano del Sud” dell’1 dicembre 2023.

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